martedì 17 aprile 2007

L'arte gastronomica ed i suoi canoni: la "ricetta separata"

Da qualche tempo molti chef, giovani e non, tendono a dimostrare la propria bravura creando pietanze a volte notevoli, a volte improbabili, che adottano un modello elaborativo comune. Lo schema prende spunto dalla destrutturazione della pietanza introdotta dal famoso Chef spagnolo Adrià per poi diventare, oggi, ricetta che viene costruita mantenendo e trattando gli ingredienti (almeno quelli principali) distintamente fino alla presentazione finale. Con tale tecnica si ottengono risultati figurativi migliori rispetto la cucina tradizionale ed è più facile portare il pubblico su nuovi piani organolettici che il nostro palato riesce a distinguere, quali la consistenza e la temperatura, ma che soltanto con la scomposizione permanente degli ingredienti è possibile percepire con nettezza grazie ai contrasti che tale tecnica consente. Per esempio la pietanza della foto accanto è un Dentice di lenza con composta di pomodoro e peperoncino, purè di melanzana, sorbetto di barbabietole rosse, ginger e pepe di Ayacucho. E un Gambero di Sanremo. E' un'opera di Aimo e Nadia, noti creatori (ristoratori/chef) di Milano e la foto mi è stata concessa da Claudio Sacco, Viaggiatore Gourmet (http://www.viaggiatoregourmet.it/). Tale opera potrebbe essere considerata il manifesto di questa corrente d'arte gastronomica. Individua subito, già alla vista, il piano della Consistenza: il Dentice, spesso ma soffice alla masticazione; il purè liquido ma con una densità che tende al solido; il sorbetto, granuloso inizialmente e poi liquido al momento dello scioglimento in bocca; il gambero dalla carnosità elastica e poi morbida. E poi il piano della Temperatura: il freddo del sorbetto e le varie gradazioni del caldo derivanti dalle diverse dispersioni di calore condizionate dalla diversa densità specifica degli altri principali ingredienti quali il gambero, il dentice, il pure, il pomodoro. Eppoi il piano Figurativo: nel nostro caso sullo sfondo bianco della tela, o piatto che dir si voglia, le varie tonalità del rosso (pomodoro, peperoncino, barbabietole rosse, gambero e forse anche altro) dipingono, anzi scolpiscono - perché siamo su tre dimensioni - un'opera che riesce a superare gli inevitabili limiti della rappresentazione fotografica imponendosi alla nostra vista come ci riuscirebbe soltanto una forte manifestazione di colori ( la lava che scende da un vulcano) ma con un di più, derivante dall'equilibrio portato dalle componenti di colore bianche provenienti dal piatto, dal dentice e dal gambero, oltre che dal piccolo verde sul pomodoro che acquista anche un significato evocativo (il colore della Vegetazione Naturale).
Ed infine il gusto in senso stretto, quello percepito attraverso l'uso della bocca e del naso. Se è vero infatti che soltanto la miscelazione di alcuni ingredienti provoca nuovi sapori, altrettanto non possiamo negare che con gli ingredienti separati è possibile gustare sia la singola componente (il dentice o il gambero) che l'insieme, come già avviene con la cucina tradizionale.
La "ricetta separata" pertanto ci fornisce degli strumenti di giudizio che, una volta affinati, potrebbero essere condivisi e costituire parametri oggettivi idonei ad integrare i canoni dell'arte gastronomica.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao, a quanto pare ho l'onore di scrivere il primo commento al tuo blog. Mi sembra interessante, anche se non è semplice aggiungere pensieri nuovi in un campo, quale quello della gastronomia, dove già tanto è stato detto. A questo punto ti sfido e mi faccio anche un pò di pubblicità: sono il proprietario di un'attività di ristorazione che si fonde con un'attività di noleggio. Esattamente la mia attività si chiama Cinepizza e consiste nel fornire ai clienti insieme la pizza anche il film. Se ordinano almeno due pizze il film è gratis. Il mio sito, dove è anche possibile formulare ordini, è www.cinepizza.it. Lì trovi sia le pizze che i film. Ti chiedo, posto che ormai è pacifico che anche la cinematografia è un'espressione d'arte, come la scultura o la pittura, e che tu sostieni che la gastronomia lo sia altrettanto: come coniughi sotto il profilo artistico pizze e film? Ciao.

Benny ha detto...

Ciao, signor Cinepizza. Grazie per essere stato il primo visitatore di questo blog. Hai ragione, non è facile aggiungere qualcosa d'interessante e di nuovo. Circa poi la somiglianza artistica tra i film e la pizza, ritengo che la stessa attenzione posta dal ceramista nel lavorare la creta e poi infornarla con tempi e temperature adeguate, corrisponda a quella destinata dal pizzaiolo alla sua creazione. Anzi mi è capitato di apprezzare più pizze che ceramiche. La cinematografia poi è la più importante forma d'arte dell'era contemporanea. Come la pizza piace a tutti, colti ed ignoranti che siano.

Ada Volpe ha detto...

Ciao Benny, molto bello e interessante è stato il tuo coniugare di odori, sapori e colori in un piatto apparentemente semplice ma che a mio avviso nasconde una grande complessità: non solo quella della scelta dei prodotti (materie prime) giusti o della preparazione di tali prodotti, ma soprattutto che alla fine tutto suoni perfettamente in modo armonico come gli strumenti di una grande orchestra o come i colori di un bellissimo quadro. Servirebbero delle scuole e dei bravi maestri per far conoscere l'arte di cui parli. Ad es. tu attraverso questo blog, con la descrizione dell' opera hai insegnando qualcosa di veramente innovativo. Mi chiedo: avrai assaggiato la pietanza? Perchè tutto quello che spieghi appare estremente chiaro, quasi ci si sente immersi nella pietanza riuscendone a sentire gli odori, i sapori e persino se è fredda o calda. Io ho un uomo speciale che mi ha insegnato ad amare questo tipo di arte e non solo....credo tu debba avere una grande anima e soprattutto amare la vita con la sua bellezza e i sapori della tua terra. Grazie!!!! Continua a scrivere...

Anonimo ha detto...

Salve Benny,

sono il sig. La Scala di Messina, volevo farle i complimenti per le ottime recensioni e le splendide foto.

Continui così.
Occhio ai chili però :-)

Anonimo ha detto...

Salve Benny,

Sono il sig. La Scala di Messina,

volevo farle i complimenti per le ottime recensioni e le splendide foto.

Grazie a lei sto scoprendo bei posti nuovi. Continui così.

Occhio ai chili però!

Rosanna ha detto...

Xchè non unire la salute all'arte?

Rosanna
http://arte-e-salute-in-cucina.elis.org/

Anonimo ha detto...

xchè nn unire la salute all'arte gastronimica?
Rosanna
http://arte-e-salute-in-cucina.elis.org/