lunedì 1 ottobre 2007

Cheese 5, La Provola dei Nebrodi al Cheese? E chi l'ha vista!

Durante il Cheese ho pensato che valesse la pena approfondire le mie conoscenze sui derivati del latte. Antiche tradizioni e nuove tecniche con un unico comune denominatore: la qualità. Non nego che mi abbia sorpreso, ma neanche tanto, che durante la prima giornata del Master of cheese il bravo Eric Vassallo, autentica eminenza del mondo dei formaggi e di Slow Food, tra i cinque campioni di formaggi, a suo giudizio rappresentativi dell'arte casara italiana, avesse inserito anche la Provola dei Nebrodi. Da Siciliano ne sono stato orgoglioso, ma soprattutto ho condiviso la scelta di Vassallo che dimostrava l'unicità di genere di questo formaggio che si sfoglia tra le mani senza resistenza, come le pagine di un racconto di Camilleri. Così, quando mi sono avvicinato allo stand finanziato dalla Regione Sicilia e finalizzato a diffondere la conoscenza dei formaggi isolani, ho cercato la Provola dei Nebrodi. Prima ancora però mi è stata proposta la Vastedda della Valle del Belice, unico esempio di formaggio filato di pecora; il Caprino Girgentano, dal latte della capra dalle pittoresche corna nepalesi; il Piacentino della zona di Enna, che deve il suo nome non ad ascendenze norditaliche ma alla circostanza che "piace", anche grazie ad una sapiente aggiunta di zafferano; l'immancabile Ragusano oltre che la Provola delle Madonie. Così ho pensato di chiedere al funzionario dell'Assessorato all'Agricoltura della Regione Sicilia notizie della Provola dei Nebrodi. "Scusi ha notizie della Provola dei Nebrodi?", - ho chiesto - "..non è che avete dimenticato di portarla?", ho aggiunto. E lui: "..è uguale alla Provola delle Madonie!". Così gli ho chiesto di farmela assaggiare, anche perché speravo di colmare una mia lacuna, quella che sconosceva che la Provola delle Madonie fosse uguale a quella dei Nebrodi. Anche se mi sembrava strano che due formaggi provenienti da habitat così diversi potessero essere uguali. Ma la Sicilia, si sa, è una Terra dove tutto è plausibile..
Ed invece no! La Provola delle Madonie è un formaggio a pasta filata di latte vaccino, fatto bene, come vuole la grande tradizione meridionale dei formaggi a pasta filata. Ma non è assolutamente confondibile con la Provola dei Nedrodi. Quest'ultima infatti è stagionata, fino a 15 mesi. Un autentico unicum per una pasta filata. Presenta una leggera crosta, quasi una pelle. Il gusto dolce declina verso un leggero piccante, ma ciò che la rende unica è la consistenza al palato. La lingua infatti impazzisce scontrandosi con i pezzettini di provola in bocca, cercando di sfogliarli come un dito sfoglia un quaderno.
Ma si - mi sono detto con animo costruttivo - forse la Regione Sicilia ritiene che sia più importante aiutare altri formaggi, magari ancora non molto conosciuti, piuttosto che la Provola dei Nebrodi, visto che di essa neanche l'ombra..
Ovviamente nello stand dei presidi di Slow Food - ho dedotto - sicuramente troverò la Provola dei Nebrodi. Anche perché lo Slow Food si batte per la sua tutela e valorizzazione. Così ho cercato con successo lo stand, come dimostra la foto

Qui ho fatto la conoscenza del signor Cappello, al quale ho chiesto di farmi assaggiare la Provola dei Nebrodi, anche perché non mi sembrava di scorgerla a prima vista. Ed il signor Cappello mi ha fatto assaggiare una provola che stava vendendo in quel momento. Il colore era molto chiaro, la forma più piccola di quella tradizionale dei Nebrodi, la pasta molto molle. Insomma non era evidentemente la Provola dei Nebrodi. Ho spiegato al signor Cappello che conoscevo la Provola dei Nebrodi e che non era quella e non mi sembrava corretto non comunicarlo a tutti coloro a cui stava vendendo un formaggio che non era neache il Maiorchino (pure lui, peraltro, assente dallo stand della Regione Sicilia), anch'esso presidio Slow Food e pubblicizzato nella piccola insegna sovrastante lo stand. Alla fine Cappello si è arreso all'evidenza, giustificando che aveva portato 300 chili di Provola dei Nebrodi che nei primi due giorni di assaggi gratuiti ai visitatori del Cheese erano terminati. Ho fatto i calcoli che per consumarli avrebbe dovuto farla assaggiare a quasi 300mila persone! Gli ho chiesto il biglietto da visita: Giuseppe Cappello, produzione propria di Provola di Basicò..

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Come si spiega che noi siciliani non riusciamo ad evolverci ed ovunque andiamo il nostro unico motto sembra essere: "l'occasione fa l'uomo ladro"? Mi sento veramente delusa e la ringrazio per questa dritta.

Anonimo ha detto...

Ciao, ho letto con interesse il tuo articolo. Mi chiedo: ma non c'era qualcuno preposto a controllare che la provola dei nebrodi fosse realmente presente, evitando che interessi commerciali dei concorrenti ( provola delle madonie & c. ) e ragioni speculative ( cappello e provola di basicò) la relegasse nel mondo degli invisibili? Ciao, Salvatore Fazio di Librizzi (Messina)

Anonimo ha detto...

Ciao Benny, finalmente mi sono collegata al tuo blog; ebbene:
COMPLIMENTI! le descrizioni delle pietanze, dei luoghi e delle situazioni sono molto accurate; si legge - attenzione, sensibilità, passione e competenza - è tutto veramente interessante e piacevole!
L'ultimo art. mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca, ma ... è giusto raccontare i fatti! il lato "oscuro" dei siciliani (il classico produttore furbone) viene purtroppo sempre fuori, però menomale che è stato smascherato da un siciliano doc (Benny), che s'indigna, critica e denuncia, ristabilendo l'equilibrio! ... grazie! Alla prossima, Adriana

marcella candido cianchetti ha detto...

grazie mi sono fatta una ripassata dei nostri formaggi ciao

Anonimo ha detto...

buona domenica

robertaincucina ha detto...

Ciao Benny,
mi chiamo Roberta e sono una giornalista enogastronomica siciliana che vive a Roma da qualche anno. Il tuo post sui formaggi siciliani, mi ha richiamato alla mente il sapore della tradizione di casa. Un saluto

DolcementeSalato ha detto...

Peccato aver scoperto soltanto adesso questo interessantissimo blog, sono siciliana e appassionata di cucina. Spero tornerai a scrivere, intanto mi aggiungo ai sostenitori.