Il diretto al volto è giunto per mezzo di Fettine di tartufo nero di Palazzolo Acreide ( l'amico di Ciccio Sultano che lo trova sotto terra, stando attento a non farsi scoprire per non rivelare i luoghi segreti della raccolta, ricorda che si chiama scorzone estivo ) e di pane tostato con all'interno gelato freddo al gusto dello stesso scorzone..
..mentre il gancio al mento - a completare l'entreé - è giunto da un must dell'arte di Sultano: caviale asetra con miele di corbezzolo sopra filetto di ricciola e ricotta ..il sommelier ci propone un ottimo zibibbo, ma non quello della tradizione siciliana, minimo 18 gradi, stucchevolissimo ed ormai blando ricordo presente soltanto nelle osterie di periferia, ma uno zibibbo in purezza cresciuto a Pantelleria, macerato a freddo, fermentato e maturato in contenitori d'acciaio dall'azienda De Bartoli. Si chiama Pietra Nera ( chi conosce Pantelleria intuisce il motivo..), è fresco, nitidi e costanti i profumi che gli consentono di accompagnare pietanze la cui peculiarità dev'essere la sapidità del mare, possibilmente quella del Canale di Sicilia..
.. a quella di tonno, con ventresca di tonno, foglia di riso e salsa all'uovo al Marsala ( De Bartoli, il Vigna La Miccia invecchiato 5 anni )..
.. ma Ciccio è un fiume in piena e le sue tartare non ti concedono tregua... così il cucchiaino di madreperla sfiora la bocca posando sulla lingua un gamberone rosso di Mazara inumidito da una salsa di corallo setosa..
Ed ecco un simpatico spuntino con gli ingredienti appartenenti alla cultura gastronomica di questa Isola: acciughe, bottarga, piselli, formaggio ragusano dop, sfoglia tostata di pane, olio d'oliva e.v. ( quello buono, il Pianogrillo di Lorenzo Piccione, coltivato a Chiaramonte Gulfi, ossia a due passi dal laboratorio di Ciccio Sultano ) . Ci trovi il mare e la terra con i loro frutti, che l'uomo con maestria trasforma in bottarga, pane e formaggio. Strumenti che suonano armonicamente uno degli spartiti composti e diretti dal quell'infallibile direttore d'orchestra che si rivela Ciccio Sultano ad ogni sua esecuzione
..la nostra Terra offre anche lenticchie di grande qualità ( famose quelle di Ustica, presidio Slow Food e Pantelleria ) e piccoli maialini di una razza derivata da secoli di selezione naturale ed abitante allo stato brado sui Monti dei Nebrodi, nella parte settentrionale della Sicilia. Si tratta del maialino nero dei Nebrodi, le cui cotiche ornano e danno gusto insieme alle lenticchie agli spaghetti di Casa Sultano.. un'altra opera fotografata da Claudio Sacco..il Quale mostra i portenti della sua nuova macchina fotografica ad un curioso Ciccio Sultano 
Intanto l'Officina di Ciccio continua a sfornare opere d'ingegno, come questa triglia maggiore (ossia di scoglio), ripiena di impasto a beccafico secondo la tradizione palermitana, con pane cunsatu con pomodorini secchi e peperoncino. Il tutto su un brodo di limone ghiacciato. Ancora una volta Ciccio dimostra di padroneggiare le tecniche. Il limone ghiacciato infatti impreziosisce la triglia senza aggredirla con la sua peculiare acidità, intanto il ripieno della triglia cede il dolciastro tipico dell'impasto a beccafico ( uva sultanina e pinoli tra gli ingredienti ) che trova una trincea naturale nel piccante del peperoncino sulla sfoglia di pane. Così il gioco delle consistenze varia acrobaticamente tra il croccante della sfoglia di pane, al liquido del brodo, al morbido della triglia al pastoso del ripieno.. un crescendo che non è un trionfo da finale dell'opera soltanto perché ancora altri atti devono venire..
.. gambero(ne) rosso su insalata di mare caldo su fonduta di bufala e pois di pomodoro aggrappato ad una cialda di riso ai frutti di mare... il gamberone era perfetto, come soltanto chi conosce le tecniche della conservazione di questo pregiato abitante del mare riesce a fare. Infatti il gambero rosso, già dopo poco essere stato pescato produce naturalmente ammoniaca che puntualmente ci procura bruciori fastidiosi e persistenti alla bocca, la quale per sua natura presenta quasi sempre piccole abrasioni alle labbra, alla lingua, al palato.. alcuni sostengono che la colpa sia dei pescatori che già sulle barche versano sui gamberi quantità di ammoniaca per conservarli. A me sembra strano che i pescatori versino una sostanza per sua natura non commestibile su un prodotto destinato al consumo umano.. eppure a sostenerlo ho ascoltato con le mie orecchie fior di maitre.. sarà?!?
.. finalmente arriva la pasta! Già, perché finora - starete pensando - avevamo giocato? Sinceramente non pensavo che si potesse mangiare così tanto.. ma tutto dipende da ciò che si mangia.. ( d'altra parte è così in generale per qualunque situazione nella vita ) ed in questo caso, quando mi sono stati presentati questi spaghetti con i ricci e asparagi su ostriche belon de belon, mi sono spontaneamente inumiditi gli occhi e mi sono lanciato con un impeto di felice curiosità, come Darwin alla vista della Galapagos.. a scoprire nuove creature, anzi creazioni divine.. dice Ciccio: "..il vegetale del mare si sposa molto bene con il vegetale della terra..", il riccio e l'asparago "..un piatto - riprende Ciccio - tra mare e terra.. più mare che terra!.."
Pollo, petto e coscia, con la sua salsa ai fiori di sambuco e rosa canina, con un tortino ragusano ed un gelatino di fegatini di pollo.. e poi mentuccia maiorchina, menta bergamotta, timo, maggiorana.. questa volta Ciccio dimostra che l'alta cucina può anche partire da un pollo. Basta cucinarlo conoscendone il comportamento a contatto con le alte temperature, un sapiente sposalizio con profumi vegetali e floreali, un'estrazione chirurgica del suo fegatino, base di un gelatino che Ciccio ha imparato a saper fare da Vincenzo Corallo, suo maestro e grande pasticcere ragusano, ed infine un tortino dalla tradizione ragusana, rivisitata ed allegerita. Insomma basta poco, a parte tutta l'arte di Ciccio Sultano.. ..il vino cambia, ed ecco Sua Maestà il Nero d'Avola. In purezza. Questo è vinificato dall'azienda Gulfi. Ma i vitigni vengono dai terreni tra Noto e Pachino, dove si esprimono al loro massimo livello.. questi in particolare sono cresciuti in contrada Baronj, una delle quattro della Cantina Gulfi Intanto cambiano i coltelli..
.. la lama è tagliente e porta la firma del padrone di casa..
Ed ecco dove affondarla. Maialino nero dei Nebrodi (in verticale la costoletta e di fianco una parte di filetto ) carammellato al carrubbo e ripieno di farcia ragusana in salsa di melone cantalupo e finocchietto gratinato con patata al forno. Ancora una volta si torna bambini, alle prese con un'infanzia seminata da ricordi di maialini allo spiedo, meloni ghiacciati, finocchi appena colti e patate grigliate. All'ombra degli alberi di carrubbo.. tutta la mia infanzia in un piatto..
.. ci pensa un sorbetto di gelsi.. quelli dell'albero di casa di Ciccio, con panna montata ed una cialdina, accompagnato da un finissimmo Marsala De Bartoli a bloccare i mei ricordi verso una deriva malinconica, riportandomi nel paradiso dei sapori ritrovati..
Sua Eminenza il Cannolo, con la ricotta delle pecore iblee, i pistacchi di Bronte, gelato di mandorle pizzute di Avola, su una zuppetta tiepida di fichi d'india.. stavolta è proprio un finale da champions league.. sembra di udire il canto.. " these are the champions.. these are the champions"..
c'è anche qualche coccola, casomai non fosse bastato l'affetto fino a quel momento ricevuto.. Per la cronaca i babaini erano superiori a quelli provati presso le migliori pasticcerie napoletane.. Ciccio ci mostra il suo piccolo orto, a dir il vero sembra una scusa per farci vedere ciò che in questo momento gli da parecchia soddisfazione..
Mohito ( con l'acca precisa Ciccio ) che per la verità è una birba di sei mesi di vita che a volte..
fa preoccupare Ciccio più di un pranzo per il Re di Francia. Già.. perché quello, Ciccio lo sa fare. Eccome!
1 commento:
che dire...fantastico...emozionante....da provare....non so quante volte ho rivisto tutta la descrizione...deformazione siciliana...complimenti alla descrizione..
peppe.
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