mercoledì 26 settembre 2007

Cheese 1, Verticale del Faro Palari dal 1999 al 2004 presso la Banca del Vino a Pollenzo, Salvatore Geraci

Non so quanto siano stati i fortunati a poter degustare in un'unica occasione e senza soluzione di continuità le annate dal 1999 al 2004 del vino Faro prodotto dall'Azienda vinicola siciliana Palari dell'architetto messinese Salvatore Geraci, di seguito fotografato in primo piano sullo sfondo dell'edificio neogotico che ospita l'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo in provincia di Cuneo A rendere possibile quest'eccezionale se non unica degustazione la Banca del vino di Pollenzo che nell'ambito delle inziative del Cheese ha organizzato la verticale del Faro Palari oltre che un tentativo di abbinamento ideale del vino siciliano con i formaggi L'abbinamento con un vino di grande spessore non poteva che essere che con il re dei formaggi italiani: il parmigiano. In particolare sono stati abbinati due tipi di parmigiano derivati dal latte vaccino di vacche di razze diverse: razza bianca modenese una, razza rossa modenese l'altra. A descriverli Enrico Surra procuratore di Slow Food per il settore dei formaggi. Il pubblico li ha apprezzati, soprattutto il secondo, più grasso e carico di sentori.
Ma il protagonista dell'incontro era ed è stato il vino Faro, antica e quasi estinta Doc, il cui recupero fu ispirato a Salvatore Geraci dal mitico Veronelli, alla cui omonima guida dei vini collaborava l'eclettico architetto messinese. Coltivato sulle pendici delle colline che insistono sulla città di Messina. I vitigni a "piede franco" sono impiantati ad alberello e non sono tanto giovani: circa 50/60 anni di vita cadauno (secondo Geraci l'età avanzata dei vitigni sono il segreto della loro bontà). La raccolta, quindi, a circa 600 metri di altezza e 1500 dal Mar Jonio viene svolta a mano lungo i circa 7 ettari terrazzati che producono 30mila bottiglie, di cui 15mila del nostro Faro. Le uve sono per il 70% nerello mascalese (l'eleganza), mentre la restante parte è riservata a vitigni cui spettano il compito di donare forza e carattere quali il nerello cappuccio, il nocera, il core 'e palumba ed altri.. La fermentazione maleolattica è in barriques nuove da 12 a 18 mesi, poi una bella sgrossatura e quindi un anno in bottiglia. Ne deriva che quest'anno berremo la vendemmia del 2005 che - annuncia Geraci - sarà in distribuzione entro il prossimo Natale Ma quali sono le migliori annate del Faro, almeno secondo il pubblico di Pollenzo? Il 2004, quello in commercio, mostra ancora note di un giovanilismo che lascia ancora supporre evoluzioni significative. Il 2003, nonostante l'annata abbia registrato temperature calde da record, a differenza delle sofferenze manifestate dagli altri grandi vini italiani, presenta al palato un calore per nulla soffocante, anche se non raggiunge le vette eleganti dell'annata del 2002 . Ma il 2001 è forse quello che meglio esprime una complessità di profumi che trovano, però, il loro apice nel Faro 2000. Ma ecco il 1999, ossia un vino che ha già 8 anni (per un vino siciliano è come avere un secolo), a dir poco maestoso anche se mostra un pò di torbitezza che fornisce lo spunto a Geraci per rivendicare la scelta di non filtrare il vino con il filtro a cartuccia al fine di non "evirare" il vino di quei sentori che lo hanno proiettato nell'Olimpo di Bacco.
La verticale del vino di Geraci presso la Banca del Vino di Pollenzo ci ha anche fornito l'occasione per conoscere le finalità di questa meritoria iniziativa. L'obbiettivo infatti è quello di costruire una memoria del vino italiano. Ogni azienda vinicola italiana (ovviamente le più significative) stipula con la banca un contratto triennale che la obbliga a depositare presso la grandissima cantina dell'istituto 180 bottiglie del suo miglior vino per ogni annata. Il vino può essere acquistato da chiunque, anche via internet.

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